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Blog Me ne frego

Altro che Italia!

Questa ve la devo raccontare. È emblematico del baratro che c’è tra il nostro Bel Paese e il resto dell’Europa, dalla Germania nella fattispecie.

Nei giorni scorsi ero ad Hannover, in occasione dei giorni dedicati alla stampa dello IAA e, come accade in queste circostanze, le serate vengono trascorse in cene in compagnia di colleghi e manager delle Case costruttrici.

Proprio durante una di queste cene, la sera prima di rientrare in Italia, perdo purtroppo il mio portafogli. Evento drammatico non solo per l’inevitabile blocco delle carte di credito, dei lunghi tempi che avrei dovuto trascorre tra un ufficio e l’altro per rifare i numerosi documenti, ma per la necessità di dover prendere un aereo per Milano senza alcun documento di identità. Il problema soldi non lo cito neppure.

Ed è qui che mi sono reso conto di che Paese arrettrato siamo noi. Infatti, il giorno dopo, arrivato in aeroporto mi reco immeditamente presso l’ufficio della Bundespolizei per denunciare il fatto e cercare un modo o un foglio di via che mi permettesse di tornare a casa. Abituato alla nostra burocrazia mi aspetto ore di code, tempi di attesa, telefonate al Consolato per determinare la mia identità, col rischio anche di perdere il volo prenotato.

Ebbene, nulla di tutto questo: dopo meno di mezz’ora dal mio ingresso nell’ufficio di polizia locale io avevo una carta di identità tedesca, valida per i successivi 6 giorni, regolarmente emessa dalla Repubblica di Germania con tanto di foto e timbri vari. Cosa mi è servito? Mostrare semplicemente una fotocopia che avevo scannerizzata sul mio telefono e 25 euro. Arrivederci e grazie.

Incredibile… questa è civiltà!

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Blog La Sterzata

Orgoglio senza pregiudizi

Ebbene si, dopo tanti anni, 24 per l’esattezza, Renault Trucks si aggiudica il premio di International Truck of the Year. E quindi, una volta tanto, lasciatemi parlare della Casa della Losanga.
Dicevo che sono passati 24 anni dalla precedente aggiudicazione del medesimo titolo. Allora il veicolo premiato era l’AE Magnum, un mezzo che fino a pochi mesi fa continuava a distinguersi per l’unicità del suo progetto, più simile a un truck “cab over” americano. Un prodotto accolto con una certa diffidenza, in un contesto di mercato del veicolo industriale abbastanza conservatore soprattutto allora.
Del resto in questi vent’anni Renault Trucks ha dimostrato una particolare effervescenza per quanto riguarda le soluzioni aerodinamiche, di comfort di bordo e anche di tecnica, pensando “out of the box”, ovvero fuori da schemi classici. Un esempio per tutti, il mitico Radiance che ha dettato la strada per l’evoluzione di linee e soluzioni varie.

Con questo background gli ingegneri di Lione non potevano certamente rinchiudere il progetto della Gamma T in uno schema classicamente rigido. L’equipe di Hervè Bertrand, il designer recentemente insignito del Premio Slice (premio assegnato dalla rivista inglese British Design & Art Direction (D&AD) che promuove i migliori esempi di progettazione originale a livello mondiale), non ha perciò messo limiti nella definizione iniziale del progetto. Il risultato ancora una volta non lascia indifferenti, anzi offre notevoli spunti di discussione. Ancora una volta il costruttore francese percorre una strada diversa dal resto del gruppo, con una linea innovativa che conferisce all’insieme un’immagine di forza e robustezza, valori sempre ben tenuti in considerazione dai trasportatori.

Non solo estetica, però: l’inclinazione del parabrezza di 12 gradi, associato alla sezione trapezoidale della cabina, permette al veicolo di ridurre lo sforzo di penetrazione dell’aria a vantaggio dei consumi.
Insomma, l’aerodinamica realmente definita per risparmiare anche la più piccola goccia di carburante. Consentitemi di affermare che un progetto come questo era predestinato ad aggiudicarsi il titolo di Camion dell’Anno.
Questo riconoscimento viene sfruttato da diversi costruttori nelle maniere più disparate, da chi non comunica affatto, a chi sembra che abbia vinto il titolo dei titoli. Penso che come al solito la giusta misura sia nel mezzo; è giusto celebrare sul mercato questo titolo, non solamente con il classico adesivo sul parabrezza, ma con una serie di attività che facciano comprendere e condividere le ragioni della scelta.
In questo Renault Trucks è molto avvantaggiata rispetto a qualche vincitore passato, avendo tanti contenuti da presentare e raccontare. Ciò coincide anche un con un cambio di strategia di comunicazione del costruttore transalpino, più incline a dimostrare sul campo e con i fatti le qualità e le caratteristiche del nuovo veicolo, piuttosto che fare della pura comunicazione fine a se stessa. Non è un caso che la campagna di lancio delle nuove gamme Renault Trucks si sia caratterizzata da uno slogan semplice ma efficace: il mio camion è un centro di profitto. Un impegno misurabile che non permette nessun genere di bluff. L’imminente evento TruckEmotion sarà il primo palcoscenico in cui la nuova Gamma T potrà fregiarsi del titolo; ancora una volta saremo pronti a confermare su strada (in questo caso pista) le qualità che hanno convinto la giuria internazionale, composta da 25 giornalisti di altrettante nazioni europee, a nominare la Gamma T camion dell’anno 2015.

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Blog Il Dorsale Il Frontale

Italiani brava gente

Parafrasando il titolo di un film e di un libro, le vicende di questi giorni ci portano a riflettere sul comportamento degli italiani, strano popolo capace di esprimere grandi uomini, grandi opere, grandi intelligenze e nel contempo grande individualismo, mancanza di senso dello stato, del dovere e della coscienza collettiva.

Si sono cercate le ragioni partendo dalla caduta dell’impero romano, dissolto ad opera di Odoacre nel 476, passando per le varie dominazioni barbariche, spagnole, francesi, austriache che hanno prodotto un carattere incline a pensare ad un IO piuttosto che a un NOI.

Per l’enciclopedia britannica gli italiani “non possono essere accomunati da nessuna caratteristica” cosa che può essere spiegata dalle diverse dominazioni che si sono succedute sul territorio, mentre altre fonti definiscono gli italiani come appartenenti alla medesima nazione e che, sebbene spesso descritti come popolazione omogenea, sono divisi in molteplici gruppi culturali, sociali e politici…. Il politologo Domenico Fisichella, nella voce “Italia. Popolo, nazione, Stato”  nota come, rispetto ai concetti di “popolo” e “nazione” italiana, si confrontino tre diverse posizioni interpretative:la prima ritiene che si possa parlare di un popolo italiano già a partire dall’età romana,la seconda ritiene che si possa parlare di italiani a partire dai secoli XI e XII,mentre la terza fa coincidere il concetto di popolo italiano con il concetto di nazione, facendo quindi risalire la sua nascita all’Unità d’Italia.

Posizioni diverse che ci fanno capire come parlare di Popolo Italiano sia estremamente difficile, cercando di accomunare un nord al centro e ad un sud. Ma una serie di concetti amorali accomunano tutta l’Italia: la corruzione, la camorra, il clientelismo, l’individualismo,la ruberia amministrativa, oltre all’evasione fiscale: dal Piemonte alla Lombardia dal Veneto all’Emilia per finire in Sicilia, Sardegna, Calabria. Non passa giorno senza che ci sia un nuovo scandalo, una nuova indagine, nuovi imputati che poi sono gli stessi della prima repubblica o i degni figli.

Il sindaco di Locri ha fatto notizia: ha scritto una lettera a Dio, non sapendo più a chi rivolgersi, chiedendo un aiuto per fermare l’assenteismo dei suoi 240 impiegati comunali.

L’a.d. di una società pubblica partecipata piemontese chiede aiuto per risolvere il problema di alcuni suoi dipendenti sempre ammalati: su oltre 200 ogni giorno 34 sono in malattia.

Siamo in perenne emergenza ed a ogni nuova emergenza si cerca di fare fronte improvvisando, anche se la creatività è una caratteristica italiana ed è stata l’arma vincente di molti settori che vanno dalla moda all’alimentare dalla meccanica alla cultura.

Da alcuni mesi è cambiato il primo Ministro, sono cambiati alcuni sindaci di varie città dove ci sono state le più recenti elezioni, si continuano a cambiare i vertici di società pubbliche e private.

Tutto ciò però non basta, per rimettere in sesto le aziende e richiamare al senso di responsabilità i vari dirigenti e dipendenti: al primo accenno di modifica dello status quo si assiste a manifestazioni e proteste. Nessuno vuole rinunciare ai propri interessi, ai propri angoli di tranquillità, soprattutto nello scenario dei dipendenti pubblici o parapubblici. E’ un rifugio dal quale uscire equivarrebbe al proprio suicidio. Mors tua vita mea!

Fa bene Renzi a dire che non guarda in faccia nessuno, speriamo solo che non sia una partita persa in partenza e che lo faccia veramente. Fa bene a puntare sulla Scuola per cambiare questo Paese. Non ci sono altri modi. I giudici, i vigili, i tassisti, i consiglieri comunali, i dipendenti pubblici delle due Camere, tutti quelli che vivono nel loro Paradiso, saranno sempre contro tutti quelli che vorranno portare un po’ di giustizia ed equità in questo modello di società sghimbescia e strabica, ingiusta e annientatrice di ogni nuova speranza per i giovani.

Perché questo tutti contro tutti ? Stiamo affondando e non capiamo che se non ci salviamo da soli, arriverà qualcuno che certamente non avrà scrupoli.

All’annuncio del blocco degli stipendi pubblici, fa eco i nuovi indagati del PD emiliano, uomini del presidente, uomini che avrebbero dovuto sostituire i politici indagati in precedenza. Mentre non c’è alcun annuncio di tagli agli stipendi di manager, magistrati, politici, burocrati. Annullati anche i provvedimenti per rimettere tra i delitti anche il falso in bilancio e il riciclo del denaro. Il Paese dei Balocchi, con 180 miliardi di evasione all’anno, fatta da chi? Dai lavoratori dipendenti? Dai poveri tutori dell’ordine che vivono con 1300 euro rischiando la vita per noi cittadini?

Perché non si scende in piazza a difendere le nostre forze dell’ordine che lavorano per poche migliaia di euro al mese e non si protesta contro chi, come i consiglieri regionali, hanno stipendi che rasentano l’indecenza. Mediamente si parla di 8.500 euro netti al mese per ogni consigliere regionale. Perché il Presidente Renzi non ha bloccato quelle retribuzioni?

Perché i dipendenti delle Camere continuano a percepire stipendi più alti dei primari ospedalieri con privilegi che vanno dai cellulari alle cure estetiche?

Perché politici come Amato continuano ad avere pensioni da oltre 30.000 euro al mese?

Si parla di diritti acquisiti: anche gli scatti di anzianità, anche i rinnovi contrattuali già firmati sono diritti acquisiti… ed allora il diritto è uguale per tutti o come al solito ci sono cittadini di serie A e B?

Moretti chiede gli applausi comunicando di percepire “solo” 690.000 + 190.000 annui. Come farà a vivere? Alla faccia di chi invece vive con 500/600/800 euro al mese.

A tutto c’è un limite!Allora perché non si protesta?

Contro i sindacati che hanno rovinato questo paese difendendo solo alcune categorie di lavoratori.

Contro chi negli ultimi 20 anni ha pensato solo ai propri affari personali, a quelli degli amici , dei nani e delle ballerine ed ora si atteggia a scendere di nuovo in campo come salvatore della patria.

Perché non ci sono leggi severe contro chi deturpa inquina rovina il paese più bello del mondo?

Contro chi non dà alcuna possibilità ai nostri figli e nipoti di avere fiducia in un futuro, di esprimere le proprie potenzialità, di crearsi una famiglia?

Italiani è ora di reagire, poiché è e sarà solo colpa nostra se non facciamo qualche cosa subito e presto!

Leggetevi un libro retrò, che vi fa capire da chi eravamo amministrati: Le Chiavi del 2000 di Franco Reviglio. Mondadori.