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LA PROVA DECISIVA

L’insieme dei fattori storici, sociali, politici che stiamo vivendo nel nostro Paese, per taluni aspetti accomuna altre nazioni, ma nell’ambito della singola struttura dei fattori comuni ci sono aspetti molto diversi che rendono, in Italia, la crisi più o meno pericolosa e per taluni particolari versi anche letale. Nel senso economico del termine. Possono morire imprese, categorie di lavoratori, investimenti e progetti futuri, la spensieratezza di un vivere normale, la gioia dei giovani nel poter trovare un lavoro dopo aver studiato per tanti anni. L’unico elemento che può sopravvivere sono i politici di tutte le genìe. I paracaduti previdenziali che hanno sono ad uso esclusivo della loro classe sociale: non conta la preparazione, il livello culturale o l’onestà. Un politico corrotto o corruttore, con avviso di reato o con processi in corso continua a percepire tutti i benefits che solo i politici italiani hanno a disposizione.

Questo è lo scenario dal quale partiamo. Voglio citarvi dei dati demografici, perché saranno questi a darci le proiezioni future di come sarà il nostro Paese. Nel 2019, senza il Covid sono stati drammatici. Nello stesso anno la UE ha registrato 112 morti ogni 100 nati. Nel 2021 la popolazione anche a causa del Covid, calerà sotto i 59 milioni di abitanti e secondo alcune catastrofiche previsioni potrà arretrare sotto i 50, mentre per fine secolo si prevedono 30 milioni di abitanti. Non fanno cenno agli immigrati. In Europa la media dei figli è 1.56 per donna. In Italia è 1.27 (comprese in questo caso le immigrate, altrimenti sarebbe di 1.17). Ci condiziona anche il profilo della popolazione che è in rapido invecchiamento (oggi in Italia ci sono 122 abitanti tra i 70 ei gli 80 anni e 100 abitanti tra 0 e 9 anni. Oggi nel mondo siamo 7.8 miliardi di persone per attestarci a fine secolo a 10.9 miliardi (fonte Corriere Lettura). Chi ci governerà dovrà assolutamente migliorare. Quindi prepariamoci a votare persone preparate. Il lavoro per combattere il Covid (la pandemia finirà quando sarà vaccinato tutto il mondo, come dice Bill Gates) va centralizzato non lasciando poteri alle regioni, altrimenti ognuna fa quello che vuole. I vaccini vanno seguiti molto attentamente, investendo anche su aziende italiane (FIDIA, Zambon,Menarini) con fondi statali a disposizione per la ricerca o jont venture con altre aziende estere. Sempre chi governerà ha queste cose da fare. Deve abbattere il debito pubblico del 25%; la pressione fiscale e la tassazione. Di una % a due numeri. Devono mettere in prigione gli evasori conclamati. Se non c’è posto costruire nuove carceri. Scovare gli addentellati della malavita organizzata nei gangli sociali apparentemente normali, usando anche metodi di repressione innovativa. Abbattere almeno del 50% la corruzione, la disoccupazione e il nero. Ridurre del 50% il tempo di durata dei processi giudiziari. Controllare l’abusivismo edilizio, il degrado delle reti stradali, l’immigrazione clandestina, il commercio di sostanze stupefacenti, il numero dei dipendenti statali per assenteismo e i falsi invalidi, così come i truffatori che percepiscono il reddito di cittadinanza. Deve digitalizzare le scuole e riformare le Università nell’ambito della ricerca e dei concorsi. Deve mettere in atto una politica ambientale rigorosa senza indugi, promuovendo l’uso di carburanti non inquinanti. Non parliamo di come deve gestire l’importo promesso dalla UE chiamato Next Generation. Pochi sanno che solo 80 miliardi sono sussidi a fondo perduto, gli altri sono prestiti da restituire. L’Italia deve dare circa 35/37 miliardi come contributo, in cinque anni, medesimo tempo di arrivo del sostegno economico europeo.

A fare tutto questo che politici abbiamo? Proviamo a fare un’analisi anche bonaria. Fratelli d’Italia, ha una valida leader, purtroppo antieuropeista e senza classe dirigente ed esperienza di lavoro. Lega: partito senza classe dirigente,condotto da un antieuropeista, narcisista e inaffidabile politicamente parlando, vista la pessima esperienza di governo, nella quale non ha saputo risolvere i problemi per continuare a governare. Unici seri e preparati politici leghisti sono: Luca Zaia e Giorgetti. C’è anche il ridicolo: Fontana. PD: un partito in eterno cambiamento, senza leadership e senza progetti futuri. M5: partito con vari leader, tutti da operetta, senza futuro strutturato, destinato a liquefarsi ( salvo una decina di nomi). Come un altro partito storico: Forza Italia. A quest’ultima riconosciamo la moderatezza del leader, giunto oramai alla frutta come capacità di condurre politicamente un partito che doveva essere l’erede dei liberali. Senza Berlusconi rinsavito non c’è futuro. E mi dispiace. Qualche forzista troverà spazio in altri gruppi politici. La causa? Berlusconi non ha saputo costruire una classe dirigente che potesse portare avanti il suo progetto liberale e moderato. Conte: ha lavorato bene con l’Europa. È un neopolitico educato e intelligente ma gli manca la capacità di comandare e di decidere come gestire il Recovery Fund. Si attornia di personaggi eticamente discutibili, non sufficientemente preparati, compresi alcuni ministri paurosamente incompetenti. Gli atri frammenti politici non li considero sia per la legge elettorale in vigore, sia per la pochezza politico culturale ed esperenziale dei leader. Salvo Speranza che ha dato il massimo di quello che poteva in emergenza Covid. Credo che, tra i micro partiti, ci sia un leader un po’ “matto” politicamente parlando, non adatto a stare in Parlamento. Indovinate chi è. Aspetto le elezioni del Presidente della Repubblica puntando su tre persone: Draghi, Casellati, Monti. Andare alle elezioni politiche entro giugno, a mio parere c’è il pericolo che alla pandemia e ai problemi economici delle imprese e alla disoccupazione si aggiunga una campagna elettorale letteralmente impazzita. Non escludo Trumpate, stile Capitol Hill.

Non perdetevi questo libro. “DANTE” di Alessandro Barbero.

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Sempre più social, sempre meno carta

Un libro ha la magia di farsi toccare mentre lo si legge. Certi approfondimenti li puoi sottolineare, certe pagine rileggere, senza che gli occhi traballino. Moltissime persone, però, soprattutto giovani amano la lettura a video e perfino sul telefonino. È la trasmutazione umana e sociale del rapporto con la letteratura. Vale anche per i giornali, non solo per i libri. Molte testate sono da anni on line. Ci sono post di influencer che contano più di un grande articolo scritto da uno scrittore pluripremiato. Vale una distinzione però: gli influencer lavorano molto sulla psicologia umana influenzando prodotti e marchi, mentre le opinioni di uno scrittore o di un filosofo, influenzano il modo di pensare e di agire sia sul piano sociale che sul piano politico.

È su questo punto che volevo tentare un’analisi di quanto sta succedendo da qualche anno a questa parte. Personaggi come Steve Bannon, che ha messo pesantemente le mani su queste tecnologie, è riuscito a far vincere un personaggio, sicuramente intelligente, ma del tutto destrutturato politicamente come Donald Trump.
Nel nostro piccolo mondo politico, i “grillini” sono nati dalle tecnologie di Casaleggio, uniti all’intelligenza istrionica di Beppe Grillo. Ora anche il leader della destra, Matteo Salvini, sta organizzandosi con una squadra di trenta persone che quotidianamente tengono rapporti con milioni di follower. Sanno trasmettere alle folle una tale convinzione su punti deboli o per niente strutturati politicamente, che sembrano incantatori più che oratori.
Lo scriveva all’inizio del Novecento anche Gustave Le Bon che ha fatto scuola con il suo libro Psicologia delle folle. Ci sono teorie di alcuni intellettuali tipo il Nobel Peter Handke, che si frantumano contro la profetica intuizione di Le Bon, che come scrive anche Antonio Scurati, firma del Corriere, collega il declino sociale dell’intellettuale all’ascesa di nuovi leader populisti. Sarà dunque interessante vedere la reazione del letterato nell’era dei professionisti dell’influsso mediatico. Una volta c’era la televisione che fungeva da moltiplicatore delle idee degli intellettuali o dei politici. Oggi, pur lasciando alla televisione la funzione di principe dei media, gli utilizzatori dei social (web o digital) in diretta possono sconfessare chi sta parlando in tv, scrivendo attraverso una propria postazione internet o digital contestando il personaggio e facendogli perdere tutto quell’interesse che aveva potuto suscitare ai suoi follower.

Ritornando alle sensazioni emotive che può suscitare un libro, verrebbe da dire che oggi i sentimenti scatenati da una lettura intensa ed immaginaria, cede il passo all’esplosione pulsionale della disinibizione spettacolare, che si trova nella rete. Mi chiedo se la televisione e internet possono mettere in difficoltà l’uomo politico e non solo aiutarlo. Pensiamo ad un declino di un personaggio pubblico, seguito in diretta, con la tecnologia che non perdona i cambiamenti estetici, il modo di parlare, la prontezza dei riflessi nel rispondere ed il tono della voce, unitamente alle altre forme di comunicazione non verbale. I maestri dell’arte oratoria pensata, calibrata, modulata spesso si sciolgono di fronte alla chiacchierata isterica, aggressiva e talvolta volgare di un populista scatenato, convinto che la pancia dei suoi follower sia la porta d’ingresso dei suoi messaggi, confondendola con la mente. Può essere questo uno dei fenomeni socio relazionali e interpersonali più pericolosi di questa epoca.

Ma quanto contano gli influencer, dopo aver visto la fragilità intellettuale dei follower? Gli esperti li giudicano privi di individualità, di idee di saperi propri, di conoscenza misurata e forgiata dopo anni di studi. Non portano né saperi né originalità, non fanno opinione ma si prestano solo a portarla e a girarla. Non sono leader nel campo politico, sono portavoci che usano strumenti diversi, per far sì che le lor parole da popolari diventino populiste. Più elevato il numero dei follower più gli influencer sono obbligati a seguirli. Quale sarà dunque la fine di questi cambiamenti? Attenzione non dobbiamo confondere il fine con la fine.
La psicologia della folla” di Gustave Le Bon. Vintage ma sempre interessante.

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E L’ORGOGLIO DOV’E’ FINITO?

L’intervista di Fazio a Macron, fatta all’ingresso dell’Eliseo, è sintomatica di come il numero uno della politica francese consideri gli italiani. Infatti, il modo in cui ha accolto il giornalista, fa parte di quella puzza storica che hanno sotto il naso quasi tutti i francesi (sostenuta dal famoso e volgare intercalare della loro parlata quotidiana, “merde”).
Chi scrive ama la Francia e soprattutto Parigi dove è di casa. Avete visto però tutti dove è stato messo Fazio: fuori dal palazzo o quasi. Seduti sugli sgabelli del bagno con sfondo di porte grigie e una corsia rossa. Potevano incontrarsi in altri mille posti, ma farsi accogliere in quel modo ha fatto di Fazio uno zimbello senza dignità professionale e di Macron un eterno presuntuoso, degno rappresentante dei quello stile arrogante di insolenza relazionale che solo i francesi sanno tenere con gli italiani.

Questo comunque è solamente uno dei sintomi della patologia dell’immagine esterna che il nostro Paese sta subendo da alcuni anni. Prima i sorrisetti beffardi di Merkel e di Sarkozy nei confronti del nostro premier di allora, Berlusconi da Arcore. Capibile per l’allora comportamento “sex oriented” del primo ministro, rappresentante tutto il popolo italiano, ma inaccettabile sul piano della diplomazia internazionale.
Anche in Europa, i parlamentari europei hanno, nei confronti dei colleghi italiani, un atteggiamento sornione e arrogante. Ci pensa poi Di Maio, con le sue gaffe e con le sue presunte affinità politiche con i gilet gialli a gettare benzina sul fuoco. A raddoppiare la dose di scemenze politiche dei 5 Stelle era rientrato dalle ferie anche il piccolo “savonarola” dei pentastellati, Di Giambattista, che si era auto incaricato di insegnare agli italiani come si deve vivere e agli stranieri cosa devono fare per migliorare la loro politica interna ed internazionale. Per fortuna qualcuno gli ha tagliato il filo e comperato un biglietto perché se ne ritorni nel paese da cui era riapprodato in Italia.

Tento di continuare l’analisi della situazione politica italiana, chiedendomi cosa aspetta l’opposizione a rifondarsi per esprimere un’alternativa politica a questi dilettanti allo sbaraglio. Parola riferita soprattutto ai 5Stelle, perché alla Lega va riconosciuto una capacità politica inaspettata e ben accolta da moltissimi italiani. Per fortuna c’è Salvini che sa usare le arti più raffinate della diplomazia per cercare di mettere ordine al sistema della sicurezza interna di questo Paese. Combatte le organizzazioni criminali, le ingiustizie subite da immigrati che da anni vivevano nelle baracche del sud (dove è stata tutti questi anni l’illuminata sinistra?) cerca di farsi valere in Europa, rischiando qualche incriminazione giunta da parte di qualche magistrato che non si ricorda più i principi separativi del potere di Montesquieu (legislativo, esecutivo, giudiziario) a ciascuno dei quali veniva riconosciuta indipendenza.

Gravissima è la situazione economica. Crescita zero, con affermazioni inaccettabili e bugiarde da parte dei vertici che ci governano. O sono incompetenti o sono mascalzoni. Vogliono trascinare questo Paese in una situazione di povertà immeritata ed endemica, non sapendo intervenire riformando la giustizia, scremando il sistema bancario e rilanciare i finanziamenti per le opere pubbliche, che sono la sola leva per la ripresa. Maledetta situazione politica: ad oggi non c’è alternativa democratica. Ma chi ha detto che deve essere democratica? Sarebbe Democrazia il potere assunto dai giudici? Sarebbe Democrazia è il poter assoluto dei burocrati di Stato? Sarebbe Democrazia il modo di gestire le opere pubbliche? Sarebbe Democrazia il modo di gestire l’immigrazione? Sarebbe Democrazia come vengono tutelati i cittadini truffati dalle banche recentemente fallite? Sarebbe Democrazia sopportare i deficit di regioni male amministrate, con livelli di corruzione indescrivibile? Sarebbe Democrazia non mantenere gli accordi previsti da trattati internazionali (TAV) solo per manie di grandezza dei 5 Stelle?

Si sta formando uno scenario politico insopportabile da tutti i cittadini: non c’è futuro per i giovani, le aziende chiudono o si fanno comperare. Un lento ma inesorabile azzeramento dell’identità socio-economica-politica dell’Italia per essere colonizzati da chi? Dall’Europa? Ma di quale Europa stiamo parlando se vogliono distruggerla? Alcuni poveri italiani rincoglioniti pensano che il cambio euro lira sarebbe lo stesso. Nemmeno un euro contro mille lire ci darebbero. Accontentarsi di un terzo, così i risparmi dei cittadini spariranno e saremo costretti a scendere in strada per tentare una rivoluzione a suon di rami di alberi abbattuti dai cicloni anomali contro “armi pesanti” della presunta Democrazia. Meglio andare alle elezioni anticipate al più presto!

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Dalla caduta degli “dei” all’ascesa degli outsider

Non pretendo certo di avere l’autorevolezza dei politologi o dei grandi giornalisti che quotidianamente ci spiegano cosa è successo, cosa bisognerebbe fare e come si possono risolvere i problemi dopo le recenti elezioni. Gente che parla anche troppo a mio avviso, e qualche volta a sproposito. Provo ugualmente, ma con modestia, esporvi alcune mie considerazioni indipendenti.
La situazione italiana, lo sappiamo tutti, dal punto di vista politico è anomala. I privilegi che hanno i politici sono ben superiori a quelli dei loro colleghi europei. Anche i privilegi dei superburocrati non hanno confronti, sia quando sono in servizio sia quando sono andati in pensione. Questo è il primo elemento devastante, che è entrato, da troppi anni, nei corpi e nelle menti degli italiani, come un virus incurabile. Siamo tutti stanchi di questi personaggi con pensioni mensili a 4/5 zeri, con vantaggi perenni anche dopo il ritiro dalla politica attiva. Siamo stanchi delle promesse da marinaio che i governanti e i parlamentari hanno sempre usato anche non in campagna elettorale e siamo stanchi dei vecchi coccodrilli della palude politica italiana, i quali pensavano di conquistare il voto degli elettori a suon di promesse che non avrebbero mai potuto mantenere.

Nonostante tutto questo e con una legge elettorale impossibile, è emerso un quadro inaspettato: l’affondamento di due partiti, che avevano raggiunto posizioni e consensi invidiabili e la caduta degli “dei” che ne erano i simboli. Forse la nascita di un nuovo paradigma politico. Ma le ragioni del ridimensionamento sono diverse, a mio parere. Il PD, partito che pur essendosi “asciugatosi” nel tempo, della struttura burocratica e ideologica tipica della scuola bolscevica, aveva puntato tutto su un leader che inizialmente aveva dimostrato talento e intuizione politica, doti che nel tempo si sono squagliate verso l’arroganza e l’incapacità a confrontarsi non solo con i propri compagni ma anche con la gente stessa. Questo fenomeno in atto, non era stato da lui capito nonostante le relazioni web che aveva puntualmente instaurato con moltissimi cittadini. Nell’altro schieramento altrettanto prevedibile il crollo del suo leader: la stanchezza, l’età e la debolezza delle personalità culturale/politica e dell’immagine della classe politica di cui si era circondato in questi anni di potere governativo (quasi 20) erano elementi che non sembravano essere determinanti per catturare i voti degli elettori fedelissimi, che solo un leader carismatico come lui, sapeva come conservare o motivare.
Aveva però fatto i conti senza l’oste: Salvini Matteo. Il delfino di Bossi che ha imparato a fare le cose buone dal vecchio leader e a non fare (si spera) le malefatte emerse dopo molti anni di potere del Senatur. Senza dubbio va riconosciuto al “nuovo” segretario di aver saputo cambiare immagine e strategia della suo partito, facendolo diventare un partito nazionale. Non commento le percentuali di voti ottenuti perché le sanno tutti.

Quello che vorrei aggiungere è che quanto accaduto fino ad oggi è già storia scritta per il passato. Ciò che conta è il futuro. Come sapranno districarsi tra i veti reciproci e i principi apparentemente molto diversi i nostri prodi? Un compromesso forte lo devono trovare entrambi con la prima forza politica, non di coalizione, che ha vinto prevedibilmente le elezioni. Per concludere la mia analisi, credo vada espresso pubblicamente un riconoscimento a tutta la squadra degli M5, che con il loro entusiasmo di neofiti della politica, hanno saputo conquistare il cuore del sud Italia. Speriamo che non sia avvenuto perché hanno promesso a tutti il reddito di cittadinanza, facendo così brillare a molti elettori, il sogno di prendere soldi senza impegnarsi più di tanto nel lavoro. Questa politica di sostentamento civile e sociale c’è anche in America, dove sovvenzionano i disoccupati con precisi parametri. Parametri che, a mio parere, molti cittadini del sud non possiedono (per fortuna loro!).
Mi auguro che il nostro Presidente della Repubblica sappia usare le leve giuste per trovare un equilibrio, che a mio parere sembra molto improbabile, viste le premesse di principio dei partiti che dovrebbero essere delegati a governare.
Vi consiglio la lettura dell’ultimo libro di Sergio Rizzo “Il pacco” . Feltrinelli editore.

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L’ora del cambiamento

Quando leggerete questo articolo, saremo nel cuore della campagna elettorale. Un evento politico che sta diventando sempre di più un’occasione mediatica per tutta la massa di aspiranti e di scalda banchi parlamentari di professione.
In una situazione drammatica, come si trova l’Italia in questo momento storico, dove il debito pubblico va ben oltre il 130% del PIL, dove la disoccupazione giovanile tocca la soglia di tre milioni di persone, dove ogni anno più di 100.000 laureati o diplomati italiani vanno all’estero in cerca di lavoro, dove abbiamo quasi un milione di immigrati clandestini,dove non esiste un piano politico di inserimento e di formazione per gli immigrati legali (esclusi quelli occupati) abbiamo ancora la pretesa di affermare che il nostro Paese è in ripresa.I dati ISTAT non bastano. Conta la qualità della vita delle famiglie, l’ambiente sociale, la sicurezza della gente. Viviamo una democrazia imperfetta e sotto una dittatura economica- industriale-bancaria, che solo in Italia può imporre al popolo decisioni anti sociali. Ve ne racconto qualcuna:gli aumenti indiscriminati del gas, della luce, dell’acqua e delle autostrade. Oltre il 5% per citare il dato più basso, salvo alcune tratte autostradali che hanno applicato aumenti a due cifre. L’aumento del 5% da parte del cartello dei provider telefonici, che per portare il pagamento delle bollette da 28 a 30 giorni, ci hanno applicato questo” piccolo ritocco”(con il permesso dei politici?) che molti di noi non l’avranno probabilmente neppure rilevato. Per questi casi, noi cittadini per la maggior parte orientati a subire e a non reagire, siamo stati zitti e buoni (come le associazioni di consumatori e i sindacati)mentre è stato fatto un can-can per i pochi centesimi di euro per i sacchetti ecologici che dobbiamo pagare quando facciamo la spesa. Ma lo sapete che l’etichetta di carta con il prezzo, che viene applicata al sacchetto, impedisce allo stesso di essere biodegradabili ? Ma di che cosa stiamo parlando? Vi rendete conto della presa continua per i fondelli che tutti noi dobbiamo subire quotidianamente? Questi sono fatti che toccano le tasche di tutti i cittadini.

 

Ci sono altri fenomeni sociali che preoccupano l’intera popolazione e deturpano la reputazione del nostro Paese. Mi riferisco alla corruzione che tocca i 100 miliardi di lire, cito il lavoro nero che sfiora pure i 100 miliardi di lire, riporto la cifra oltre150 miliardi che tra tangenti sulle opere pubbliche e scandali bancari ha divorato i fondi pubblici. E nessuno va in galera, salvo qualche pesce piccolo, mentre alcuni politici, banchieri e industriali, che sicuramente sono stati complici silenziosi e registi occulti di queste angherie sociali criminali,si godono la vita, alla faccia dei 5 milioni di cittadini che vivono in assoluta povertà o non ce la fanno ad arrivare a fine mese con quello che prendono. Parliamo anche delle baby gang che stanno nascendo sempre più frequentemente nelle nostre città e del fenomeno della droga che sta crescendo e mietendo vittime tra le giovani generazioni e non solo. Non possiamo dimenticarci della lentezza della Giustizia, per chiamarla con il suo nome; mentre spesso si dovrebbe chiamare Ingiustizia , visto che lascia impuniti rei e reati che sono sotto gli occhi di tutti.( Vedi scandali Bancari).

 

Come ultimo passaggio prima di parlare dei programmi dei vari partiti, vorrei segnalare l’irresponsabilità sempre dei politici, nei confronti dell’inquinamento nelle città: PM 10 per mesi oltre le soglie minime, i mancati controlli della rete ferroviaria( quando si decideranno di installare le cinture di sicurezza anche nei treni?) e i continui rinvii per la messa in sicurezza geoidrologica dei territori a rischio. Di che altro si dovrebbero occupare se non di questi problemi, oltre al dovere di candidare politici preparati alle prossime elezioni? Invece chi sta arrivando è incompetente e incapace come abbiamo potuto vedere in centinaia di casi. In questa legislatura abbiamo dei Ministri senza titolo di studio e con esperienze ridicole, che occupano posizioni di rilievo e simbolicamente rilevanti. Nessuno di questi ha mai pensato di reintrodurre nelle scuole medie inferiori l’insegnamento dell’educazione civica e lo studio della costituzione.Non vi sembra il caso di fare una petizione popolare per la reintroduzione di questa materia, in un momento sociale dove i valori basilari delle relazioni umane, il rispetto delle regole, la tutela della figura femminile e dei diritti ad essa collegati,dovrebbero essere i capisaldi delle promesse elettorali dei vari partiti. E la riforma costituzionale del vincolo del mandato, che ha permesso il cambio di casacca a più di 500 parlamentari in questa legislatura? Di questi argomenti nessuno ne parla in campagna elettorale.

 

Non provo nemmeno, sia per ragioni di spazio che di nausea, a commentare i programmi dei vari partiti. Ricordo solo l’ammontare economico delle balle stratosferiche che ci stanno raccontando, promettendo di togliere tasse o ridurre costi o di aumentare i benefici per i cittadini creduloni, in una situazione di bilancio, che farebbe definitivamente allontanare dalla democrazia il nostro Paese e lo farebbe tragicamente affondare con due rischi: o di essere abbandonati dall’Europa o di cadere in mano a una dittatura democratica, attraverso il commissariamento da parte della UE. Per la cronaca ricordatevi che l’importo totale delle promesse da marinaio dei vari gruppi politici ammonta a più di 200 miliardi di lire. Ma questo lo sanno gli italiani?

Leggetevi un buon libro: “Morale d’impresa.impresa morale” di Filiberto Tartaglia. Edizioni Libreria universitaria.it

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Sempre più difficile

Provando a riflettere sulle diverse situazioni del nostro Paese, non possiamo fare a meno di iniziare con il tema dell’etica sociale. Come si esprimeva Camus “un uomo senza etica è una bestia selvaggia che vaga libera in questo mondo”.
L’Italia penso sia il Paese con la massima concentrazione di bestie selvagge. Pensate agli 80 miliardi di euro di corruzione ed ai 110 miliardi di nero. I principi dell’etica e della morale sono i pilastri sui quali poter riformare uno Stato che ha permesso ai banchieri di turlupinare centinaia di migliaia di risparmiatori per un ammontare di circa 70 miliardi. Vi rendete conto? Parliamo delle Popolari Venete, del MPS e delle quattro famose: Etruria, Ferrara e Co. In più stanno arrivando al pettine i nodi delle varie banche locali, raggruppate sotto l’ombrello del Credito Cooperativo. La vergogna è che la maggior parte dei responsabili non solo è a piede libero ma sono perfino riusciti a trasferire tranquillamente le proprietà dei loro beni ai parenti o a terzi compiacenti. Per il momento nessun giudice ha chiesto la revocatoria o l’azione di responsabilità per gli amministratori. Per finire il quadro generale, parliamo un secondo della commissione di inchiesta parlamentare, presieduta dal “frenatore” democristiano Ferdinando Casini il quale voleva secretare i nomi dei più grandi debitori. Nessuno ha capito perché, ma tutti sanno, che un certo Caltagirone suocero e padre di Azzurra, sua compagna, è nella lista dei grandi debitori di una delle banche protagoniste di questo scandalo nazionale.

Prendiamo ora in considerazione due casi di malagiustizia straniera che vedono coinvolti due personaggi italiani. Cesare Battisti pluriomicida riconosciuto dalla legge, difeso da indescrivibili giudici brasiliani, in barba agli accordi in vigore relativamente all’estradizione. Un caso davvero paradossale è quello del giovane italiano, Fabio Vettorel, il quale si è già fatto 4 mesi di carcere e mentre stava per riassaporare la libertà, sulla soglia del tribunale è stato costretto a ritornare in carcere per un’improvvisa istanza di un altro giudice, che disattendeva la sentenza. Come sia possibile che il nostro ministro degli esteri non si occupi del caso, facendo sentire l’opinione dell’Italia o chiedendo l’immediata estradizione? Credo di sapere il perché: Il nostro ministro degli esteri pensa solo a fare politica personale, per far sopravvivere quell’ombra di partito che lo ha espresso politicamente. Infatti, in questo momento, la politica estera dell’Italia non esiste. Se non ci fosse stato il ministro attuale dell’interno, per Angelino Alfano il fatto dell’immigrazione incontrollata, che ha cambiato le città del nostro Paese, non sarebbe mai esistito. Anche quando Alfano era ministro dell’interno, non aveva preso alcun provvedimento di contenimento dei flussi, nessuna iniziativa di respingimento degli illegali o dei non meritevoli dell’asilo politico. Credo sia sotto gli occhi di tutti, il problema che caratterizzerà la nostra società da oggi in avanti. Migliaia di persone che vagano per le città, senza lavoro ma con tanto di telefonini in mano. Senza pregiudizi, credo che ci sarà un problema grave che diventerà criminalmente molto più strutturato. Una criminalità legata soprattutto allo spaccio di droga (soprattutto nelle zone delle scuole), alla violenza sulle donne, ai furti predatori nelle case delle persone ed alle pretese di avere trattamenti di sostegno da parte dello Stato, senza lavorare. Mentre le persone straniere integrate e che rispettano le regole sono a tutti gli effetti cittadini meritevoli di condividere la realtà sociale che è riservata agli italiani. Per il tema “ius soli” lascio ad ognuno di noi interpretare come meglio crede questa proposta di una parte dei partiti.

Come conclusione, vi chiedo cosa ne pensate dei servizi televisivi che ripetono per più volte le scene di violenza (specialista è la rete televisiva La 7 di Mentana), la quale ci ha propinato per più di una settimana la famosa testata del violento di Ostia, nei confronti di un giornalista televisivo. Per rilassarvi vi consiglio la lettura di un libro di Serena Dandini: Avremo sempre Parigi, Rizzoli.

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RIPRESA SÌ, POLITICA NO

Dopo 10 anni di sofferenza economica, con migliaia di posti di lavoro andati persi e milioni di immigrati arrivati in Italia, ci ritroviamo sommersi da problemi di tutti i tipi, sempre legati alla politica. Quattro milioni di famiglie che vivono in povertà, tre milioni di giovani disoccupati e milioni di immigrati mantenuti dallo Stato che gironzolano per le città senza fare nulla, quando non compiono azioni illegali o criminali. L’impreparazione degli attuali governanti a gestire il problema degli sbarchi quotidiani lo dobbiamo all’incompetenza di chi ha firmato la Convenzione di Dublino nel 1990 ed entrata in vigore nel ‘97. Allora furono i ministri dell’esecutivo di Berlusconi, Cancelleri e Alfano, a firmarla. Ma il danno più grave è stato quando Renzi, firmando la convenzione Triton in buona fede, ha autorizzato a destinare i porti italiani per gli sbarchi di migranti soccorsi da navi europee, anche militari, senza rendersi conto di quale atteggiamento avrebbero assunto gli altri Stati Europei. Infatti, la maggioranza degli stessi ha chiuso sia le frontiere che i porti all’accoglienza di altri esseri umani. Dal 2015 a oggi Triton ha distrutto 420 battelli dei trafficanti, salvato e sbarcato in Italia 30.000 circa migranti e arrestati 109 trafficanti. Questo sarà il pressante problema sul quale il Governo perderà la maggioranza se non ci saranno prese di posizione dell’Italia a livello europeo.

Lasciare in difficoltà l’Italia fa comodo alla Francia (che è stata la principale causa del caos successo in Libia dopo l’assassinio di Ghedaffi, con l’intento di mettere le mani sui pozzi petroliferi libici) con la complicità dell’Inghilterra ed il silenzio di Obama. Provo ad accennare ad alcune situazioni molti gravi, delle quali sembra che il Governo sia indifferente: il caso Alitalia, il caso Ilva, il caso Banche Popolari venete. Miliardi andati in fumo, posti di lavoro sicuramente che saranno eliminati e risparmiatori che devono subire la mala gestio di banchieri e manager che scorazzano liberi per le vie d’Italia a fare shoppping.
Per non parlare dei sindacalisti italiani che, come ha riportato il Corriere della Sera del 16 luglio, sembra che molti di loro, in procinto di andare in pensione, applicano trucchi per triplicare l’importo che riceveranno come pensione. Trucchi che solo loro sanno fare o hanno imparato dall’ex Bonanni, che con la sua pensione numero 36026124, incassa 8.593 euro lordi al mese), cifra ben superiore percepita dalle tute blu che hanno difeso per decenni.
Così dicasi per le pensioni privilegiate per le quali non c’è verso che siano ridotte o ricalcolate. Ci mancava solo la battuta del presidente dell’INPS Boeri che ha detto che se “non arrivano migranti” le pensioni degli italiani non potranno essere pagate. Ma che siano proprio quelle persone che così generosamente sbarcano dalle navi degli altri Stati UE, a salvare le pensioni?
O il caldo ci rende tutti più strafatti e impazziti oppure un bel silenzio non fu mai scritto, anche se Boeri non è la prima volta che vince il “Peperoncino d’oro” per le sciocchezze che spesso gli son dal “cuor sfuggite….”.

Due parole sull’affaire Banca Intesa e Popolari Venete. Non vi sembra strano che le parti attive (conti correnti attivi, immobili, arredi, personale) di due banche in default, alle quali sono state fatte migliaia di cause per il recupero dei risparmi bruciati, possano essere state vendute per un euro a Banca Intesa? Inoltre, lo Stato ha dato 5 miliardi come prestito e si assumerà tramite gli ammortizzatori sociali, i costi degli esuberi non solo delle Popolari ma anche di Intesa. Non vi sembra anticostituzionale il fatto che il decreto annulli tutte le cause fatte contro le vecchie Popolari lasciando migliaia di risparmiatori (80.000 circa) con l’onere di immettersi, con nuovi costi legali, nel fallimento della BAD Bank (così sono ora chiamate le banche fallite) che hanno distrutto quasi 20 miliardi di euro in denaro, tra svalutazione del valore delle azioni, aumenti di capitale maciullati e milioni di affidamenti dati senza le dovute garanzie e ora diventati crediti deteriorati (incagli o sofferenze) se non inesigibili? Al gruppo Zonin, la Popolare di Vicenza, negli ultimi tre anni di gestione dell’ex contadino, ha concesso disponibilità di denaro per 50 milioni all’anno. Abbiamo chiesto se erano garantiti questi prestiti ma nessuno ci ha saputo o voluto rispondere.

Se volete saperne di più, potete acquistate in libreria o direttamente dall’editore www.cleup.it, il libro “Il Massacro delle Popolari venete” di Gian Paolo Pinton. Euro 15.

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Bail-In sì, Bail-In no

Le Famiglie italiane, anche se non stanno vivendo momenti felici per i loro risparmi (molte di loro sono state truffate dagli impuniti Banchieri Veneti, Toscani, Romagnoli e Molisani) o per le loro ridotte capacità di consumo, stringono la cinghia e fanno di tutto per non abbandonare i loro figlioli dopo anni di sacrificio e di studio. In questi casi il Governo dovrebbe intervenire a gamba tesa, per tutelare le Famiglie truffate e invitare i Giudici ad applicare la legge con rapidità e rigore per non permettere ai “banchieri truffatori” di trasferire le proprietà a loro intestate a figure di comodo.

Sono 11 i miliardi di euro bruciati nel solo Veneto. A proposito di nuove disposizioni di legge in materia bancaria, vorrei tentare di esprimere una riflessione su quel micidiale meccanismo chiamato BAIL-IN. Pochi consumatori e cittadini pensano che sia una disposizione di legge che li riguardi direttamente. Vorrei richiamare attenzione invece nel ricordare che la parola bail-in significa che in caso di default bancario l’eventuale salvataggio deve avvenire all’interno dell’istituto senza intervento dello Stato. C’è una gerarchia di responsabilità(decreti legislativi n°180 e n°181 del 2015): in ogni caso rispondono in ordine decrescente, gli azionisti, gli obbligazionisti, nonché le persone fisiche e le PMI titolari di depositi per l’importo eccedente i 100mila euro. A mio parere con il bail-in c’è qualcuno che è tenuto a pagare e che in verità non dovrebbe: i clienti con depositi superiori a 100mila euro. Infatti mi chiedo cosa ci stanno a fare organi eccellenti di Controllo quali la Banca d’Italia, la Consob, le Società di revisione e gli Uffici preposti della BCE. Se facessero il loro lavoro non ci sarebbero default, per lo meno ci sarebbero prima dei segnali di avvertimento di non proseguire su quella strada. Illustri costituzionalisti, tra cui Mario Bertolissi, si pongono addirittura l’interrogativo se il bail-in sia costituzionale. Del resto, sostiene sempre Bertolissi, come si può pretendere che sia conforme a Costituzione pretendere che risponda addirittura il depositante, che ha consegnato i propri risparmi perché siano custoditi, se l’art.47,1°comma,stabilisce che la ”Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina e controlla l’esercizio del credito”? E’ un problema che riguarda lo Stato il quale sarebbe bene facesse valere quel che prevede l’articolo 2043 del C.C., la cui matrice è riconducibile alla insuperata sapienza del diritto romano classico. Conclude Bertolissi: ”qualunque fatto doloso o colposo che cagioni ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
Altro che bail-in, come praticamente hanno fatto gli amministratori delle Popolari venete, scaricando tutte le perdite/sofferenze sugli azionisti.

Ultime considerazioni: non sono un giurista costituzionalista, ma ritengo che le riforme innescate con il referendum siano un primo segnale di inversione di rotta lanciato dalla voglia di cambiamento politico, che sta tenendo questo Paese, sui binari della democrazia. Ognuno voti come crede, ma l’invito è quello di non ascoltare le sirene di entrambe le parti. Si legga il contenuto della Riforma e si provi a pensare cosa cambierebbe realisticamente. Forse i no sarebbero in difficoltà ad autogiustificarsi ed autoconvincersi e i sì capirebbero che a brevissimo, nel caso passasse il referendum, bisognerebbe affinare la Riforma, con maggior apertura mentale verso il ruolo del Parlamento e soprattutto abbattere ancora di più i tempi e le formalità burocratiche che hanno messo in ginocchio il nostro Paese.

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Non ci resta che piangere

Si respira un’aria sempre più pesante, non solo per la mancanza di pioggia che ha fatto schizzare alle stelle il coefficiente di PM10 nell’aria, ma soprattutto per la situazione economica che continua a penalizzare tutti gli italiani. Non basta la mancanza di posti di lavoro per i giovani, non basta l’evasione crescente da parte della criminalità organizzata, non bastano le truffe dei banchieri, non bastano i privilegi dei superburocrati e dei manager di Stato che prendono 20 volte lo stipendio medio di noi italiani, ci si mette anche Renzi, che si dimentica di applicare la spending review, si dimentica di modificare la normativa svuota carceri, diventata la beffa della giustizia. Tutti liberi se si becca una condanna al di sotto dei due anni! Ci sono carceri pronte per entrare in funzione. Cosa si aspetta a metterle in grado di accogliere i nuovi detenuti?

Continua il fenomeno dell’immigrazione incontrollata, accogliendo non solo i profughi (che si autodicertificano) ma anche gli immigrati che arrivano nel Paese di Bengodi dove entrano senza lasciare impronte e vengono mantenuti come fossero turisti. Potrebbe diventare un inferno la posizione dell’Italia, con l’irrigidimento degli stati del Nord Europa e della Germania. Più le chiusure delle frontiere di Slovacchia e Polonia in arrivo. Unico portale aperto a 360 gradi resterà l’Italia da dove non potranno oltrepassare le frontiere per andare verso Nord. Cosa aspetta l’Europa a trovare una strategia comune?

Le minacce del terrorismo ha fatto passare in secondo piano ogni altro problema dell’Italia, tralasciando casi gravissimi come ILVA, scandali Banche Etruria, Marche, Ferrara, Chieti. Gli scandali della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, dove azionisti privilegiati hanno potuto vendere le loro azioni, incassando anche di più dell’investito mentre centinaia di migliaia di piccoli azionisti hanno dovuto accollarsi le perdite e rischiare di vedere bruciati tutti i risparmi di una vita. Questo è il Paese dove impera l’ingiustizia, l’incertezza del diritto e di conseguenza la mancanza di certezza della pena. Dove la violenza impera nelle strade e gli scippatori ne fanno da padroni. Guai alle signore che si trovano a girare da sole di sera, ma anche di giorno. Il reato non porta in prigione il criminale, lo libera subito anche se il processo è per direttissima.

Un Governo senza un preciso indirizzo politico anche in materia di referendum. Avete potuto analizzare il modello del Nuovo Senato? Di fatto non viene eliminato, non solo. I senatori saranno eletti dai Consiglieri regionali e non dal Popolo. Eminenti studiosi costituzionalisti tra cui Carlassarre, Ainis e altri hanno invitato a dubitare di questa proposta referendaria. Perché non si può trovare un consenso allargato studiando un testo che possa essere più equilibrato e meno fazioso? Concludo con una rapida carrellata sulla disastrosa situazione mondiale che ci appare di fronte in questo momento: borse a picco, piccoli risparmiatori disperati e sul lastrico, petrolio ai minimi storici (ma il Governo si guarda bene di abbassarci il prezzo della benzina) economie così dette emergenti, in assoluto declino, Cina con parametri di crescita tornati ai livelli del dopoguerra, nel 2050 prospettiva di innalzamento di 3 gradi, della temperatura del suolo terrestre. ISIS spadroneggiante grazie ai finanziamenti derivanti dal Petrolio “pirata”, terrorismo incontrollato e imprevedibile. Forse tutto questo precluderebbe ad una terribile guerra mondiale?

Da leggere: “Storie del nuovo banditismo globale” di Federico Rampini. Ed Mondadori euro 16.50.

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Non solo EXPO

Senza retro pensieri, vado direttamente al sodo. “Chapeau”! A chi si è impegnato per anni a realizzare un progetto del genere. A chi è riuscito a far partecipare i più importanti Stati del Mondo. A chi ha scelto il concept  dell’EXPO, che ha visto protagonista il tema ”nutrire il Pianeta”  declinato nei vari aspetti scientifici e socioeconomici. La forza comunicativa dei contenuti, l’estetica dei contenitori, la visione a tutto campo delle problematiche reali che condizionano l’alimentazione dei popoli del Pianeta, la capacità di valorizzare le origini, le biodiversità e le tipicità degli Stati partecipanti, senza mettere in ombra i Paesi più poveri, sono stati i valori vincenti dello scenario simbolico che ha collegato magistralmente l’intera esposizione. Posso esprimermi parzialmente  poiché, come tutti sappiamo, il successo è stato talmente grande che le file “obbligate” che abbiamo dovuto fare, ci hanno impedito di avere una visione completa di tutta l’esposizione. Credo comunque che il Padiglione Zero, impeccabilmente progettato da Michele de Lucchi, assieme al padiglione Italia, curato nei minimi dettagli, dallo Studio Nemesi & Partner siano stati i pilastri fondamentali  di Expo.  Quello che hanno presentato Stati come il Kazakhstan, gli Emirati Arabi, L’Austria, il Belgio, la Svizzera ,il Giappone e molti altri, sono stati esempi di un impegno progettuale e culturale di altissimo livello. La Carta di Milano, ottima iniziativa che passerà alla storia , come uno dei documenti fondamentali e strutturalmente impegnativi per tutti coloro che vorranno sottoscriverla a difesa dell’Ambiente e per una crescita sostenibile, rappresenta una pietra miliare per difendere il futuro delle prossime generazioni. Un apprezzamento lo vorrei dedicare anche all’iniziativa imprenditoriale di Oscar Farinetti, che con la sua nuova avventura di “EatItaly” sta tutelando  i valori delle produzioni alimentari italiane, investendo sul Made in Italy, che non sempre è sufficientemente difeso dai nostri politici.

Vorrei  anche segnalare, agli amici che passeranno per Padova o abitano nel Veneto, che al Centro Culturale Altinate San Gaetano (ex tribunale di Padova) è stata inaugurata una splendida mostra dal titolo: ”FOOD-la scienza dai semi al piatto”. Sarà aperta fino al 28 febbraio 2016. Una straordinaria esposizione che affronta il tema del cibo dal punto di vista scientifico, svelandone tutti i segreti dall’origine al piatto. Gli organizzatori si sono ispirati a Pellegrino Artusi, che con la sua “Scienza in cucina e l’Arte del mangiar bene” pubblicata nel 1891, pose le basi di quella che sarebbe diventata una delle cucine più importanti del mondo, la cucina italiana, introducendo il metodo scientifico con la redazione di un manuale di gastronomia. Da allora sono cambiate molte cose. FOOD, la mostra che potete visitare a Padova, vuole raccontare questo rapporto che dura da secoli. Proprio in occasione di EXPO, è stata organizzata questa mostra, attraverso un percorso ricco di spunti, spesso con materiali interattivi, grazie ai numerosi percorsi espositivi. Molto interessanti per i giovani studenti sono gli itinerari didattici, nei quali si possono trovare divertenti possibilità di apprendimento  e riflessione su temi di grandissima attualità e importanza: dalla storia degli alimenti alla sostenibilità della filiere di produzione agroalimentare per il futuro del nostro Pianeta. Le sezioni della mostra tracciano il percorso del cibo dai  semi al piatto. Le quattro sale sono dedicate ai temi:  ”Tutto nasce dai semi” – “Il viaggio e l’evoluzione degli alimenti” – “La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene” – “I sensi. Non solo gusto”.

Impossibile descrivervi in queste poche righe i contenuti. Vi possiamo solo invitare a “gustarveli” di persona. www.mostrafoodpadova.it