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Blog La Sterzata

Pirati!

Il fenomeno della contraffazione e della pirateria ha raggiunto livelli record; la crescente domanda di beni di qualsiasi genere, le difficoltà nel reprimere produzione e commercio dei falsi non lasciano intravedere una soluzione a breve. A soffrire di queste pratiche illegali sono soprattutto i grandi marchi, che vendono prodotti su larga scala.
Recentemente la pirateria è cresciuta maggiormente nel campo dell’informatica, pensiamo ad esempio alla musica, ai film, ai software, ma anche la cosiddetta “old economy” è altrettanto affetta da questo commercio parallelo. Pensate che già nel 1300 a.C., gli artigiani che lavoravano le ceramiche di grande qualità, come ad esempio le anfore per conservare il cibo, identificavano i loro manufatti per indicarne inequivocabilmente l’origine e, di conseguenza, la qualità. Già allora si era compresa l’importanza di tutelare il lavoro ed evitare contraffazioni. Questa esigenza di tutelare i marchi, come detto, nata nel passato si è mantenuta fino ai giorni nostri.

Abbiamo accennato ai grandi marchi; nel caso dei costruttori di veicoli, lo sviluppo di nuovi prodotti richiede massicci investimenti economici, per ricerche su nuove tecnologie, nuove soluzioni, sviluppo di materiali, ecc con l’obiettivo di proporre prodotti e servizi che presentino il massimo livello di qualità e prestazioni. Tuttavia se il marchio del costruttore non viene tutelato in modo adeguato, si rischia che si degradi in poco tempo facendogli perdere parte del valore. Un marchio infatti non è solo un nome e un logo, è una garanzia per i clienti e quindi proteggerlo è fondamentale.
Prendiamo, ad esempio, i componenti contraffatti. Spesso sono realizzati con materiali di qualità inferiore e non sono soggetti agli stessi test a cui vengono sottoposte le parti originali, compromettendo così la qualità e la sicurezza. Lasciare in commercio queste parti andrebbe a deteriorare il marchio e la relativa immagine. Tutto ciò accade nonostante i costruttori registrino e proteggano i progetti nelle loro totalità compresi i principali ricambi, tra cui paraurti, griglie, fari, specchietti e tutto ciò che ha un valore di mercato.

Sono così nate delle figure professionali, il cui compito, come dei segugi, è quello di individuare i falsi, risalire al produttore e perseguirli. Li ho definiti dei segugi perché ad esempio riescono, annusando un ricambio pirata, a identificarlo come falso. Non è una magia però, in quanto molto spesso, una plastica di bassa qualità emana degli odori cattivi. Altri “trucchi” per identificare i ricambi pirata si affidano ai sensi, dal tatto per rilevare superfici con rugosità grossolane o spigoli accentuati, all’orecchio picchiettando i rivestimenti ottenendo dei suoni solitamente più sordi. Questi professionisti possono essere considerati dei veri e propri 007 che girano il mondo e visitano fiere per trovare eventuali falsi e stopparli sul nascere. A volte il costruttore di ricambi contraffatti non si limita alla realizzazione dei manufatti, ma immette sul mercato i prodotti inscatolati e marchiati in maniera ambigua con riferimenti che richiamano un marchio specifico.

Oggi i paesi asiatici sono il centro della contraffazione. Rimanendo in campo automobilistico, i produttori dei falsi non si limitano a copiare ricambi. Se visitiamo una qualche fiera asiatica non è raro imbattersi in veicoli dall’aspetto familiare con marchi storpiati, rispetto a quello preso a riferimento. Una pratica che all’inizio era vista con curiosità, mentre ora rappresenta una minaccia. Come finirà? Lo scopriremo prima o poi su questa rivista. Ma mi raccomando, diffidate delle imitazioni!

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Blog Il Dorsale Il Frontale

Il re è nudo!

Ci sono ancora più di 2 miliardi e 700 milioni di persone che vivono con un euro al giorno pari a 365 euro all’anno. Di contro sono più di un miliardo di euro le tangenti pagate ai vari ingegneri, dogi, faccendieri, imprenditori che vivono in Italia, 40 miliardi di euro la somma della tangenti pagate all’anno per i vari appalti pubblici e il nero raggiunge i 70 miliardi di euro. Senza considerare il super scandalo del Mose (spartiti oltre 2 miliardi di tangenti) e l’Expo del quale aspettiamo che ci comunichino l’importo delle tangenti distribuite. Stiamo, poi, ancora aspettando da anni gli importi delle tangenti dell’autostrada che non sarà mai finita: la Salerno Reggio – Calabria. E poi le truffe delle banche e dei banchieri delle quali ricordiamo, forse sbagliando o dimenticando, solo qualche nome. Si capisce che è un vizio atavico, dato che il primo di cui abbiamo documentazione è quello della Banca Romana ex Banca Pontificia (1893). In tempi più recenti, invece, ci ricordiamo dei 3000 miliardi di lire che ai tempi di Craxi furono distribuiti a man bassa dal banchiere Drogul della BNL Sudamerica, senza mai sapere in che tasche furono finiti. Poi citiamo la Banca Popolare di Lodi che coinvolse nientepopodimeno che il Governatore della Banca d’Italia, quello che andava a messa tutte le mattine, come Belzebù. E ancora il Monte Paschi (come fanno ad essere ancora a piede libero personaggi come Mussari?), Antonveneta (spariti 3000 miliardi di lire ai tempi di Pontello), Carige (Berneschi e magistrati indagati solo per 21 milioni di euro…), Unipol, Banca delle Marche, Ubi Banca (indagati Bazoli e Pesenti, i nomi più prestigiosi della finanza italiana), oltre alle perdite delle varie Banche di Credito Cooperativo sparse per l’Italia corrispondenti ad una cifra di circa sei miliardi.

 

Ecco recuperando la somma di queste cifre frutto di truffe, ruberie, furti, rapine, malaffare potremmo, almeno in parte, contribuire a sfamare le persone che attualmente vivono con un euro al giorno. Inoltre potremmo intervenire sul nostro territorio disastrato per evitare i danni alle persone ed alle case. Potremmo aiutare i 4 milioni di poveri che sono alla ricerca quotidiana di un piatto di minestra, senza contare i 2 milioni di immigrati illegali che sono sparsi per le regioni italiane, senza lavoro, senza casa, senza documenti. Ma all’inganno, alla truffa , al furto si aggiunge anche la beffa. Gli accusati si dichiarano tutti innocenti e continuano arrogantemente farsi vedere in televisione, minacciando chi li ha accusati e meravigliandosi di essere stati trascinati in scandali del genere. Guardate Galan, che sembrava un ottimo ministro. Pur di non andare in prigione si è organizzato con stampelle e gesso da presa.

 

Possiamo capire se quanto di simile (seppur con valori economici diversi) fosse capitato prima del 1789, dove non c’era democrazia, non c’era la televisione, non c’erano magistrati integerrimi che ci sono oggi, non esistevano leggi eque e tutelative dei diritti umani, non esistevano giornalisti attenti e preparati, non esisteva il garantismo. Ma ai giorni nostri dove la vita di tutti noi si svolge sotto una campana di vetro, mi chiedo come possano capitare certe malefatte talmente grandi da ritenerle quasi non verosimili. L’ultima chicca che ci segnalano in merito all’Expo: il Rotary International, che aveva deciso di partecipare in modo importante, dopo lo scandalo emerso, ha deciso di ritirare la partecipazione. Un esempio puramente simbolico, ma che la dice lunga sull’immagine dell’ITALIA percepita all’estero dopo 20 anni di berlusconismo e 20 anni di scandali di ogni tipo e dimensione: da Parmalat alle Banche sopra dette, dai partiti alle opere infrastrutturali segnalate. Concludiamo invitando i politici a costruire nuove carceri o completare quelle in costruzione e non liberare i detenuti, con la scusa che non c’è posto a sufficienza. Se sono dentro un motivo ci sarà. Scontino la pena e poi escano liberamente.

 

Leggetevi un bel libro: “I cretini non sono mai eleganti” la storia di Giorgio Armani scritta da Paola Pollo