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Nausea quotidiana

Tanta voglia di metterli al rogo (se si potesse). La banda di politici che continua a governare questo Paese è la dimostrazione del destino che il futuro riserva all’Italia. Un Paese alla deriva, con dicotomie socioeconomiche da Guinness dei primati. Il 10 per cento delle famiglie detiene il 50 per cento della ricchezza del Paese. Milioni di disoccupati e giovani senza lavoro che aspettano che il Governo prenda provvedimenti seri. Invece di che cosa si occupano i giornali e le televisioni? Del tormentone di Berlusconi, il quale invece di dare l’esempio come cittadino condannato che rispetta le leggi, continua a disturbare la vita degli italiani con il rinfacciare continuo dei suoi problemi personali, dei quali almeno tre quarti degli italiani se ne frega altamente. Purtroppo la pena non è finita: qualche migliaio di italiani, ancora plagiati dall’imbonitore di Arcore, pensano di supportarlo credendolo indispensabile per la vita politica di questo Paese.

 

Maledetta quella volta che hanno iniziato il lavoro di pulizia politica, poi interrotta dalla smania di potere dei vari Di Pietro della situazione. Gente come il geom. Gasparri o il rag. Matteoli non molleranno mai il loro scranno in Parlamento. Morti i Craxi ecco che il virus si è mutato e sono nati i Berluscones, genia politica molto più resistente ai principi etici e morali e assolutamente dotata di   anticorpi mostruosi che gli consente la pratica della corruzione quotidiana, l’arroganza di potere e la strafottenza televisiva, le cui immagini dei vari portavoce a dir poco ricordano le facce delle baracche del Luna Park sulle quali scaricavamo le nostre palle di stoffa. E chi cambierà questa legge elettorale…? Nessuno finché sarà vivo politicamente Berlusconi. La maledizione continua. Troppo comodo farsi eleggere e conservare i privilegi da parlamentari.

 

Ma non c’è da schifarsi solo dei politici. Mi dispiace dirlo ma anche alcuni, troppi giornali, si occupano di cose futili e personali quali sono le vicende di Berlusconi. Pagine su pagine che si ripetono, pareri incrociati che danno letteralmente il nervoso a chi li legge. Feltri che vuole fare il Montanelli e Belpietro che vuole fare il giornalista intellettuale. Scontati anche Ferrara e Travaglio. Mentre notizie di una gravità assoluta per l’Italia, come quella di essere stato individuato come lo Stato dell’Unione Europea nel quale non è consigliato investire, anzi fortemente classificato come modello di Paese nel quale non poter portare ogni tipo di iniziativa economica o industriale, non ha visto alcun commento serio, nessun approfondimento che si rispetti. Una notizia irrilevante a confronto dell’importanza del futuro di Berlusconi! Allora è meglio smettere di comperare i quotidiani faziosi e banali e non guardare più le trasmissioni televisive che ripetono sempre le stesse cose e fanno vedere sempre gli stessi personaggi. Quanto meglio si vive senza giornali e televisione…..Non è che desideriamo essere disinformati, ma è molto meglio usare la rete e i social per scambiare le informazioni.

 

L’ultimo conato di rabbia lo riserviamo ai 5 stelle: il più grande bidone politico del secolo. Ancora peggio della Lega. Grillo rintronato,ridotto ad una macchietta di se stesso che non sa più cosa dire. Gli eletti in parlamento, che invece di ribellarsi al nulla che li circonda, intellettualmente parlando, e scegliere con chi fare politica, rimangono attaccati alle seggiole del potere come dei baccalà, muti e inoperosi. Per fortuna c’è un Presidente che ha del miracoloso. Sembra quasi che il destino voglia salvare l’Italia grazie a Napolitano, evitandoci di diventare realisticamente un Paese delle banane, lasciando in mano a questo ultraottantenne, meravigliosamente attento e lucido, le decisioni che devono essere prese per non lasciarsi travolgere dallo tsunami berlusconiano, dall’imbecillismo politico dei 5 stelle e dal patologico indecisionismo politico del PD. Non siamo arrivati alla fine. Peggiorerà ancora.

Leggetevi un bel libro: Il complesso di Telemaco di Massimo Recalcati. Feltrinelli Editore

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