Giancarlo Boschetti, illuminato presidente IVECO della fine del millennio scorso, aveva previsto solo due Case sul mercato. “Ne resteranno solo due“, aveva sentenziato in occasione di una conferenza stampa.
Può darsi che avesse ragione e che, nel lungo periodo, questa profezia si avvererà. D’altronde movimenti, acquisizione e fusioni sono all’ordine del giorno, vere o presunte.
Sta di fatto, però, che, per adesso, le “Sette sorelle” non solo non si ridimensionano, ma aumentano di numero, diventando prima otto e poi addirittura nove.
È noto, infatti, che il marchio Ford è proprietaria di Ford Trucks, la società turca che, già al suo debutto sul palcoscenico mondiale dei veicoli industriali, si è aggiudicata il prestigioso International Truck of The Year 2019 con il suo veicolo di punta (e per ora unico) F-Max. Un fulmine a ciel sereno, potremmo dire, quanto più che se inizialmente sembrava che il brand volesse concentrare le proprie attività nell’area baltica ed est europea, ora ha deciso di entrare in modo prorompente nel mercato dell’Europa Occidentale, cominciando proprio da noi con l’importatore F-Trucks Italia.
D’altro canto, invece, un big player come IVECO, ha annunciato la ormai famosa partnership strategica con NIKOLA, start-up americana dedicata alle tecnologie elettriche e ad idrogeno. Non solo. Nella convention di lancio è apparso fisicamente il veicolo del futuro, il Nikola Tre, trattore 4×2 full electric, che, di fatto, è marchiato Nikola, seppur realizzato sulla piattaforma dell’S-Way, nuovissimo pesante della Casa di Torino.
Dunque 9 brand, anche se molti di essi, fanno alla fine capo ad un unica multinazionale e quindi, tornando “a bomba”, di fatto costituiscono un unicum e riducono il numero totale di aziende.
Si tratta sicuramente di due mercati e di due profili completamente diversi: l’azienda turca evidentemente ha scelto la strategia di intercettare una clientela non premium e ancorata ancora alla propulsione tradizionale, ovvero Diesel, che sicuramente ancora molti anni sarà lo zoccolo duro delle immatricolazioni di truck.
Nikola, di contro, punta decisamente sul futuro, promettendo un camion pesante completamente elettrico già nel 2021 e, addirittura, azzardando alla propulsione ad idrogeno in un tempo non tanto lontano (2023).
Quindi prospect, clientela e tipologia di investimenti molto distanti tra loro. Almeno per ora.
Quale reale sostenibilità (in senso economico più che ambientale) possano avere queste due nuove avventure è difficile a dirsi ora. Siamo abituati a vedere sorgere delle stelle la cui luce si esaurisce in breve tempo. In questo caso, però, ci sono grossi colossi alle spalle che, riteniamo, prima di sbilanciarsi in dichiarazioni tanto avveniristiche quanto importanti, ci avranno riflettuto a lungo.
Ad ogni modo si tratta di un momento decisamente brillante del nostro comparto, dato che sono oltre 40 anni che non si affaccia sul mercato un nuovo competitor e, ora ne abbiamo addirittura due. Un fermento dal punto di vista di prodotto e di compagini sociali che, purtroppo, va in controtendenza con l’andamento del mercato dei veicoli che, come sappiamo, per il segmento pesante, accusa una contrazione del 5 per cento quest’anno e di una ulteriore diminuzione per il 2020.
Quindi meno “ciccia” per tutti e una torta da spartire in più parti. Quali saranno le prossime mosse?